La Vita oltre la malattia oncologica

Uno Spazio-Tempo possibile
“C’è un tempo per capire, un tempo per scegliere, un altro per decidere. C’è un tempo che abbiamo vissuto, l’altro che abbiamo perso e un tempo che ci attende.”
De brevitate vitae, Lucio Anneo Seneca
Desidero iniziare questa mia riflessione partendo da quella dimensione della vita che subito viene colpita e stravolta dopo aver ricevuto una diagnosi di tumore: il Tempo.
Il presente, viene scandito dagli appuntamenti medici, dalle indagini, dalle terapie. Tutto il resto della vita va sullo sfondo, mentre i giorni, le settimane ed i mesi diventano numeri da raggiungere.
Il passato, diventa qualcosa di lontanissimo, avvolto talvolta in una nostalgia struggente, talvolta in rimpianti e rimorsi che corrodono l’anima, talvolta in una rabbia cieca per quella sensazione di perdita definitiva subita.
Il futuro, quello che prima era costantemente oggetto di attenzioni e di programmazioni, non esiste più. È stato bruscamente reso incerto dalla diagnosi, strappato via dalla mente e tinteggiato dai toni cupi della paura.
Scegliere di affrontare il periodo della malattia ed i momenti successivi alle terapie seguendo un percorso psicologico significa darsi la possibilità di vivere in un modo diverso il proprio Tempo, ovvero: scoprire che il presente può essere vissuto intenzionalmente, che si possono cambiare le priorità, che si può dare spazio a se stessi ed a tutte le dimensioni importanti della propria vita; scoprire che il passato contiene il seme di ciò che siamo e che è in una certa misura sempre presente in noi, ma in forme trasformate creativamente in base ai contesti vissuti. Significa scoprire che il futuro, nonostante tutto, è sempre un’opportunità che, fuori da qualunque forma di controllo, permette di realizzare la nostra crescita, arricchita anche dall’esperienza dolorosa della malattia.
Tutto questo è possibile se sostenuti in un processo di elaborazione di questo evento di vita che permetta di ripartire da sé, di ricostruire la propria esistenza includendo la diagnosi e le cure affrontate, di ristabilire un nuovo modo di essere al mondo ed in contatto con gli altri.
Trovare uno Spazio che vada Oltre la malattia, il pregiudizio e la solitudine, diventa così una condizione indispensabile per ricominciare a vivere, per fare della crisi un’opportunità, per ritrovare un senso alla propria esistenza restando in contatto con quel che è, senza correre nel rischio di una negazione della realtà, né in quello di uno sprofondare nella disperazione.
Trovare questo “Spazio Oltre” è, allo stesso tempo, punto di partenza e punto di arrivo; è nutrimento per un’anima sconvolta e un corpo martoriato; è la possibilità di darsi un abbraccio accogliente ed una spinta incoraggiante; è l’opportunità di star bene con se stessi e con gli altri; è scoprire che si può cadere e si può scoprire un nuovo modo di camminare.
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