La bellezza dell’anima e l’anima della bellezza

La bellezza è un dato oggettivo o è un dato soggettivo? Hume afferma "La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le contempla" ed effettivamente questa riflessione diventa vera ogni volta che ci troviamo in disaccordo con un nostro amico su cosa sia bello per noi o per lui.
Eppure, non possiamo negare che esiste una cultura del bello riconosciuto dalla collettività, una cultura che è strettamente legata al tempo storico e al luogo geografico. Tale cultura si basa su canoni esteriori su cui tutti, o i più, concordano e che fanno pensare ad una oggettività della bellezza.
L’unico modo per uscire da questa dicotomia è, come insegna la psicoterapia della Gestalt, l’integrazione degli opposti. Non più la disgiunzione “o” tra gli aggettivi soggettivo ed oggettivo, bensì la congiunzione “e”, ad indicare, appunto, che la bellezza è sia soggettiva che oggettiva; separare queste due dimensioni significa inevitabilmente avere una visione parziale e riduttiva della realtà.
Dunque, voglio provare a mostrarvi un modo particolare di considerare la bellezza: non come dato oggettuale, ma come bellezza emergente che non può e non vuole essere posseduta perché non è qualcosa di tangibile e di riconducibile a degli elementi esteriori predeterminati. A tal fine, tre sono le dimensioni su cui desidero porre attenzione: la bellezza come contatto, come piena espressione di sé e come energia vitale.
La bellezza nasce come risultante di un pieno contatto con se stessi e con il mondo, che in altri termini può essere definito presenza; è la bellezza che si manifesta quando una persona è centrata ed è consapevole di sé, è tutt’uno con ciò che pensa e ciò che sente, è concentrata, è disponibile all’incontro con l’altro, riesce a guardare negli occhi ed a lasciarsi guardare negli occhi con intensità.
Soltanto il sentire è la via che porta alla trasformazione, alla crescita, al dispiegamento dell’energia di auto-compimento che è presente in ognuno di noi e che rappresenta un’altra dimensione della bellezza. Più il cammino verso la piena realizzazione di sé è avviato e più grande sarà il potere della bellezza che si afferma. Una personalità bloccata, rigida, chiusa nella paura fortissima di cambiare che spesso è celata dietro atteggiamenti di arroganza e di disinteresse per il mondo, non risulta possedere quella luminosità che attrae, quella bellezza che lascia una traccia
Infine, una terza dimensione esistenziale che alimenta la bellezza percepita sia in noi stessi che negli altri è la forza di vivere, ovvero la resilienza. La resilienza in psicologia è la capacità di rialzarsi dopo essere caduti, di ricominciare a vivere anche dopo aver vissuto una grande delusione, di ritrovare il senso e la determinazione a raggiungere i propri obiettivi, anche quando è necessario cambiare strada per raggiungerli. Una persona che si trova in questa posizione esistenziale trasmette una bellezza che è davvero coinvolgente e che è capace di calamitare l’attenzione degli altri, di trasformare ciò che incontra.
Conclusione
Un breve e intenso viaggio alla scoperta dell’anima della bellezza, intesa come dimensione dell’essere che, in quanto tale, lascia una traccia per sempre, andando oltre il tempo e lo spazio.
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